Un po' di storia della Torre Castellina
La storia della "Torre di Castellina" e' legata al territorio di confine in cui e' stata costruita, il suo posizionamento strategico e' sicuramente di origine militare, da sud e' inaccesibile a causa di una ripida scarpata, da est e da ovest si raggiunge con difficolta' mentre solo da nord puo' essere presa di filata perche' vi si arriva in discesa (negli ultimi decenni nei campi intorno sono stati eseguiti dei movimenti terra che hanno sensibilmente cambiato l'aspetto del terreno).
Il territorio in cui sorge la Castellina e' certamente di confine data "l'orografia" del luogo, infatti la Castellina sovrasta un canalone in cui scorre il "fosso della Contea "che dal fiume Chiascio sale fino al vocabolo Spinella con il nome di "fosso della Lecca".
Tale canalone che scende fino al Chiascio a sua volta che segnava il confine con il comune di Assisi, rappresentava il confine oltreche' naturale anche militare tra i territori di Gubbio e Perugia. Uno degli scopi della Castellina era anche quello di proteggere la gabella tra i diversi territori, gabella che si trovava nei pressi del Chiascio dato che la strada che li "univa" la "..via salaria per le marca di Urbino.." costeggiava il fiume..
A conforto della presenza della strada si richiama sia la presenza nei pressi del fiume dei resti di una villa d'epoca romana in localita' la "Contea" (il cui nome deriva dalla appartenenza del luogo alla "villa della Castellina" creata in seguito alla divisione in ville del feudo di Coccorano - cft. Storia del castello feudale di Coccorano - Antonio Cristofani - Città di Castello, 1887- pagg. 32-33: "Addi' 13 agosto 1798, essendo mancato ai vivi il marchese Carlo Mosca dei Barzi, la marchesa Francesca della Branca [..] e il conte Bentivoglio Ondedei Barzi [..] procedettero alla divisione dei beni costituenti il feudo di Coccorano [..] diviso in tre ville denominate la prima Coccorano la seconda Pontenuovo e la terza Castellina [..]").
E quanto scritto da Mario Tabarrini in: L'Umbria si racconta, dizionario: I° Vol - Foligno 1982 - pagg. 388-389. "[..] Coccorano. In vocabolo Castellina vi e' una torre con ruderi che viene indicata come residenza estiva dei Bigazzini (conti di Coccorano). Li' presso esisteva la dogana fra la repubblica Perugina e Gubbio (ducato di Urbino): ne restano vestigia [..]".
Intorno alla fine del XIII sec. i conti di Coccorano fuedatari dell'agro eugubino e proprietari delle terre di confine con Perugia, tra cui la Castellina, in disaccordo con Gubbio passarono sotto la protezione di Perugia anch'essa in guerra con Gubbio.
Dato che la Castellina si trovava a baluardo del confine tra Gubbio e Perugia si puo' ipotizzare che la sua costruzione sia precedente ai fatti citati (sec. XII). Dal sec XIII la Castellina è rimasta legata al territorio perugino come si evince anche dalle mappe dei cartografi dei secc. XVI-XVII (Danti, Coronelli) per poi tornare tornare nel XVIII sec. sotto l'influenza eugubina (come testimoniato anche dal catasto gregoriano in cui Coccorano fa parte della "Sezione del comune di Gubbio - cant. I° - dist. V° - Dipartimento del Metauro").
Nella stessa mappa le costruzioni come la Castellina venivano indicate come "Castella murato" (di tale mappa è presente una riproduzione in soprintendenza, il primo quadretto a destra uscendo dall'ufficio del soprintendente, segnata sul retro con il numero 49. A catalogo, nell'inventario topografico è stata rintracciata la scheda catalografica che riporta "Inventario topografico n° 49: Incisione in rame raffigurante una pianta topografica dell'Umbria sec. XVII, dimensioni: cm 21x26, autore (?)".
La Castellina non era una torre isolata ma un fortilizio munito di mura di cinta tuttora presenti nell'impianto, e molto probabilmente con un'altra se non due torri. Dalla mappa del Catasto Gregoriano, il cui impianto risale al 1811 si nota la presenza di una costruzione a base rettangolare posizionata lungo le mura di cinta di sud-est, che incrociata con il disegno del cartografo Danti fanno pensare alla seconda torre presente nel disegno. Dai registri del medesimo catasto la descrizione dell'immobile lascia intendere che si trattava di una costruzione il cui utilizzo era possibile solo al piano terra "[..] casa ad uso stalla - quadrante XVII particella 170 [..]", d'altronde anche la Castellina era utilizzata al piano terra come stalla e come granaio al primo piano.
Dalla testimonianza della Sig.ra Pastorelli di Valfabbrica, nata al voc. Castellina e li' vissuta per circa 20 anni risulta che: "[..] il muro verso Valfabbrica (sud-est) partiva dalla torre e proseguiva per circa 10-15 metri con un'altezza di circa 2 metri, fino ad un mucchio di macerie [..]" (i ruderi dell'immobile della part.lla 170, ndr.)., tutto cio' lascia intendere anche che la seconda costruzione chiudesse il fortilizio in corrispondenza della scarpata. Sempre dalla testimonianza della signora Pastorelli si è saputo che la torre era piu' alta e munita di tetto, demolito insieme all'ultimo piano, da suo nonno per accrescere il volume della casa colonica a valle. "[..] casa colonica. Rettangolo XVII particella 169 [..]". Infine una rocca simile in alcuni particolari alla Castellina e appartenuta anch'essa ai conti di Coccorano e' il castello di Petroia.
Lungo la sua cinta muraria vi sono delle feritoie costruite alla stessa maniera di quelle della Castellina, rastremate da un solo lato e con l'architrave degradante sostenuto da varie lastre di arenaria, vi sono poi delle identiche feritoie circolari centrate su di un'unica lastra di pietra, infine c'e' anche il canale di uscita dell'acqua piovana (sembra una finestra) della stessa fattezza, si puo' ipotizzare quindi che le due fortificazioni siano state disegnate o costruite dalla stessa mano e che siano dello stesso periodo.